Mostre, circoli, riviste, pagine facebook e blog, tanti luoghi fisici e virtuali dedicati agli amanti del collezionismo per incontrarsi e comunicare fra di loro. Ma come vive questa passione chi sta accanto a loro e giorno per giorno deve misurarsi con gli effetti di questa “febbre da collezione”? In questa rubrica noi diamo voce a una persona che da anni convive con un accanito collezionista e ci racconta la sua esperienza nel suo particolarissimo “diario della moglie del collezionista”.
INTRODUZIONE
Quando è stato colpito dal virus del collezionismo io non me ne sono quasi accorta.
All’inizio i sintomi erano lievi e quasi impercettibili. Si trattava solo di qualche oggettino acquistato ai mercatini vintage della città o di andare a qualche mostra scambio di giocattoli d’epoca.
Ho pensato che gli sarebbe passata presto, come era successo con quasi tutti i suoi hobby, in particolare il giardinaggio e il fai da te, gli unici due che a me non spiacevano.
Ho cominciato a sospettare qualcosa quando ho cominciato a trovare i suoi modelli dappertutto: sopra il mobile in ingresso, sui comodini in camera da letto, sulla libreria in soggiorno, sul tavolo della cucina e persino sul lavandino del bagno. Per un po’ mi sono lamentata ed ero quasi convinta che si fosse dato una calmata. Dico “ero” perché in realtà lui continuava a dedicarsi al suo hobby di nascosto e oltretutto, sentendosi incompreso, era afflitto da un costante malumore piuttosto spiacevole da sopportare.
Alla fine ho dovuto prendere atto che la malattia era ben radicata e che si trattava di una patologia incurabile.
COLLEZIONE CHE PASSIONE!
Bisogna capire che lui ha un rapporto particolare con l’oggetto da collezione e questa relazione, che definirei quasi mistica, influisce sul suo comportamento che a volte definire strano è riduttivo.
In alcune occasioni non nascondo di aver pensato di avere di fronte una persona molto diversa da quella che conoscevo. Che potere ha questa passione?
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